HPE Innovation Lab NEXT: ripartire con la co-innovazione
HPE Innovation Lab NEXT: ripartire con la co-innovazione
Nell'emergenza le imprese hanno visto il valore concreto della digitalizzazione. E quanto sia importante affrontarla in un ecosistema collaudato, che unisca le tecnologie all'esperienza e alle competenze.
Autore: Redazione ImpresaCity
La pandemia Covid-19 passerà alla storia come la prima vera emergenza sanitaria globale. E come tutti gli avvenimenti globali farà in un certo senso da spartiacque: per molti aspetti della vita di cittadini e imprese ci sarà un “prima del Covid” e un “dopo il Covid”. Questo vale certamente per l’ambito in cui ci muoviamo, ossia quello delle tecnologie digitali applicate alle imprese. Tre mesi di emergenza, tra lockdown e un accenno di ripartenza, hanno cambiato la percezione della digitalizzazione più di anni di dibattiti e iniziative.
In poche settimane le imprese italiane - ma anche la Pubblica Amministrazione e i singoli cittadini - si sono rese conto in maniera molto concreta del valore delle tecnologie digitali. Le aziende che le avevano già largamente fatte proprie hanno potuto continuare ad operare riducendo al minimo gli svantaggi del lockdown. Le imprese meno digitalizzate hanno cercato di correre ai ripari, con risultati più o meno efficaci a seconda del singolo caso. L’emergenza del lockdown ha dato, in sintesi, due segnali fondamentali.
Il primo è che l’adozione delle nuove tecnologie non può restare una evoluzione “futuribile”, sempre auspicata ma troppo spesso rimandata dalle imprese. Se la lezione del lockdown in questo senso sarà recepita, chi ritarda l’innovazione si troverà in una posizione di sempre maggiore svantaggio. Non solo nelle emergenze ma soprattutto nella normale competizione sul mercato. Da sinistra: Claudio Bassoli, Vice Presidente HPE Italia, e Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, SP & OEM Sales Director HPE ItaliaIl secondo segnale da non ignorare, anche per il futuro, è che di fronte alle molte strade della digitalizzazione è praticamente impossibile muoversi da soli. Per l’emergenza, molte imprese hanno dovuto implementare in corsa tecnologie innovative, oppure accelerare fortemente i piani di digitalizzazione che già avevano definito. Per chi non ha avuto un accesso immediato e strutturato alle competenze e alle metodologie dei vendor tecnologici di riferimento, e dei loro partner, accelerare è stato davvero molto difficile.
La digitalizzazione non si fa da soli
La logica che in questi anni si è dimostrata sempre più vantaggiosa, e a maggior ragione è stata efficace nell’emergenza Covid, è quella della co-innovazione. Una logica in cui il rapporto azienda-vendor-partner non è semplicemente una fornitura di tecnologie, prodotti e servizi. Ma una sinergia più ampia che parte da un problema o un’esigenza e arriva ad una soluzione, sempre più su misura della singola azienda utente. La digitalizzazione nel post-Covid deve seguire questa strada, per poter procedere con un passo più spedito.
“La situazione che stiamo vivendo - spiega in questo senso Claudio Bassoli, Vice Presidente HPE Italia - ha cambiato il nostro modo di vivere, di lavorare e di interagire con le persone. Negli ultimi anni le aziende stavano già sperimentando una profonda trasformazione al proprio interno e nei rapporti con l’esterno grazie all’open innovation. Oggi più che mai diventa importante questo approccio”. Perché per sfruttare tutte le potenzialità della digitalizzazione non bastano le capacità interne. Servono anche “idee, soluzioni, strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti”, aggiunge Bassoli. È da tempo che HPE ha fatto propri questi concetti di ecosistema e di co-innovazione, in particolare attraverso gli HPE Innovation Lab NEXT. Durante l’emergenza sanitaria, i benefici di tutto questo si sono visti immediatamente. “Hewlett Packard Enterprise si è da subito attivata per dare continuità alle iniziative - racconta Bassoli - e soprattutto per supportare le aziende nell’adozione di soluzioni tecnologiche che potessero consentire loro di lavorare da remoto in sicurezza e ripartire quanto prima, a pieno regime. In una stretta collaborazione tra aziende clienti, Partner, HPE e altri attori di cui vado molto fiero e che, grazie alla condivisione di esperienze e risultati, sta dando ottime risposte al mercato”.
Le tecnologie dell’emergenza
In questi mesi il programma HPE Innovation Lab NEXT ha quindi visto rafforzarsi il suo ruolo di punto di convergenza e trasferimento tecnologico - ma anche di esperienze e competenze - tra HPE, l’ecosistema di partner e le aziende utenti. “Sicuramente il 2020 è stato segnato da un’importante presa di coscienza delle aziende - spiega Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, SP & OEM Sales Director HPE Italia - che si sono trovate spesso a doversi ‘digitalizzare’ da un giorno all’altro”.
Grazie al “motore” già rodato di HPE Innovation Lab NEXT, i partner di HPE, “Sono stati in grado, in un momento così delicato, di rispondere alle esigenze del mercato. Aiutando le aziende a comprendere quale fosse la soluzione tecnologica migliore per poter portare avanti il lavoro in sicurezza, velocità e con le stesse caratteristiche, del lavoro svolto dall’ufficio”, sottolinea Delgrosso. La focalizzazione su alcuni ambiti - in primissima fila il remote working - è stata di fatto automatica e obbligata, nella fase del lockdown. E qui i problemi da risolvere non sono stati pochi, anche se di remote working se ne parla da anni. Da sinistra: Gianluca Gamberoni, Channel Business Developer HPE Italia, e Paola Rigoldi, Channel & Alliance Sales Manager HPE Italia“Molte delle aziende italiane - racconta Delgrosso - non erano ancora pronte all’home working, spesso con processi aziendali non ancora definiti. I nostri partner, grazie alle loro competenze, insieme alla tecnologia HPE, sono stati in grado, non solo di migliorare il lavoro dei loro clienti in una fase ‘transitoria’ come quella che abbiamo affrontato ma, ancora di più, di rendere le aziende italiane pronte ad una fase di ripartenza”.
Le aziende italiane hanno anche scoperto come il remote working non sia semplicemente produttività, collaboration e videoconferenze. Molte funzioni e molti processi non sono affatto semplici da “remotizzare”. E richiedono soluzioni articolate. “La situazione che si è venuta a creare a partire da marzo - spiega Gianluca Gamberoni, Channel Business Developer HPE Italia - ha fatto sì che alcune soluzioni e competenze diventassero essenziali per le aziende. Non più e non solo per la governance interna e per aumentare il business ma anche solo per poter continuare a lavorare, pur con tutti i limiti del caso. In questo contesto le competenze in termini di VDI e gestione remota in generale sono state inizialmente le più richieste”.
Guardare in avanti
Mentre le tecnologie contribuivano a mantenere le aziende operative, si iniziava anche a pensare al post-Covid. A quella ripartenza per cui si avevano, e si hanno ancora, poche coordinate. Ma alcune esigenze chiare sì. Un esempio è il tema del social distancing nelle imprese.
“Abbiamo portato sul mercato - racconta Gamberoni - la soluzione di prossimità SWAT (System Workers Advance Tracing), che consente di individuare e segnalare in tempo reale la vicinanza delle persone al di sotto di distanze e tempistiche concordate con le aziende, nel pieno rispetto della privacy dei dipendenti. Questa ed altre componenti tecnologiche, collegate alla sicurezza e all’intelligenza artificiale, permettono ai clienti dei nostri HPE Innovation Lab NEXT di reagire prontamente e in linea con le disposizioni governative in atto durante le diverse fasi dell’emergenza”. Il post-Covid richiede infatti di saper trarre insegnamenti dall’emergenza. Cosa è stato possibile fare, cosa no. E cosa si sarebbe potuto fare meglio, o solo diversamente. “L’obiettivo di HPE e dei suoi partner - spiega in generale Paolo Delgrosso - è stato quello di creare una base per il ‘dopo’. Un ‘dopo’ in cui le competenze dei nostri partner, insieme alle tecnologie HPE, sono sicuramente un nuovo punto di partenza in cui crediamo. Per un successo da portare avanti, insieme”.
La ripartenza dell’ecosistema
Il caso ha voluto che l’emergenza Covid arrivasse ad un anno circa dal lancio del programma HPE In- novation Lab NEXT. Un momento quindi opportuno per ripensare le logiche e le dinamiche del programma alla luce della - auspicata - maggiore propensione che le aziende italiane dovrebbero ora avere verso la digitalizzazione. “In quest’anno trascorso dal lancio del programma HPE Innovation Lab NEXT - spiega Paola Rigoldi, Channel & Alliance Sales Manager HPE Italia - ci siamo focalizzati sulle competenze dei nostri partner, unite alle tecnologie del portfolio Hewlett Packard Enterprise, per aiutare le aziende italiane a rispondere alle esigenze del mercato”.
Questo ha significato in particolare concentrarsi su una gamma ampia di progetti e soluzioni. Dal mondo IoT, in ambito sia industriale sia di Smart City, alla Data Center Automation. Dall’intelligenza artificiale all’IT a consumo. Da tutto l’ambito della gestione delle informazioni (data management, data protection, data security, data analytics) al mondo mobile. Passando come già accennato dagli ambiti Smart Working e VDI, attraverso soluzioni complete end-to-end. “Anche in un periodo socio-economico come quello attuale, pesantemente impattato dall’emergenza Covid-19 - racconta Paola Rigoldi - e dalla necessità di trovare risposte tecnologiche adatte a un nuovo contesto fatto di homeworking e distanziamento sociale, l’ecosistema che abbiamo creato in un anno, composto non solo da HPE e dai nostri partner ma anche da alleanze tecnologiche con cui collaboriamo, ci ha permesso di creare soluzioni integrate, per esigenze diverse, in grado di supportare rapidamente i nostri clienti”.
È questa la base, evidentemente solida anche nell’emergenza, da cui (ri)partire. “L’obiettivo per i prossimi mesi - spiega Paola Rigoldi - sarà sicuramente quello di ampliare le modalità con cui coinvolgeremo i nostri clienti e come comunicheremo con loro, insieme ai nostri partner. Il valore, le competenze e le tecnologie dell’ecosistema HPE saranno, quindi, la chiave per una ripartenza sui cui investiremo, per dare continuità al lavoro delle imprese adottando soluzioni tecnologiche innovative, che aiutino i nostri clienti a lavorare in sicurezza, quanto prima e a pieno regime”.