Risponde Andrea Ruscica, Presidente di Altea Federation
Autore: Redazione SecurityOpenLab
Quali ritenete siano, dal vostro punto di vista, le sfide principali che i CIO italiani si trovano ora davanti? Le sfide IT sono in perenne evoluzione; non è una novità, è sempre stato così, ma forse adesso cogliamo di più la portata di questo cambiamento. CIO e reparto IT cambiano volto: da centro di costo, un qualcosa di dovuto ma dalle labili connessioni con la generazione di ricavi, a business driver, agente del cambiamento, a grande valore aggiunto, perché sostiene i processi organizzativi e la necessaria sperimentazione tecnologica. Oggi la difficoltà sta nel pianificare e abilitare un’architettura tecnologica in grado di accompagnare la crescita del business, secondo tre logiche predominanti: flessibilità, digitalizzazione, sicurezza.“Flessibilità” perché l’incertezza della domanda è l’unica certezza: non si può appesantire l’organizzazione con costi elevati per sistemi tecnologici all’avanguardia, ma allo stesso tempo non si può fare a meno dell’innovazione tecnologica. La soluzione è l’abilitazione di un framework tecnologico scalabile e su misura del business di oggi, che possa però sostenere l’evoluzione step-by-step nel prossimo futuro. “Digitalizzazione” perché è il mantra nell’era del work from home o smart working: è qui che si gioca la partita della competitività e della risposta tempestiva alle richieste del mercato. La digitalizzazione di processi e dati è vitale per qualsiasi organizzazione, settore merceologico e funzione aziendale. Si dice che “tutto ciò che potrà essere digitalizzato, lo sarà” ed è quanto sta accadendo: guardando al mondo industriale, non ci limitiamo allo sviluppo di qualche app (basti pensare alle soluzioni di Digital Twin). “Sicurezza” perché è un tema imprescindibile: i cyber-attack colpiscono soprattutto industria e PA, a danno della sicurezza e della privacy. Il cyber risk scala così la classifica delle priorità di monitoraggio per i board team delle aziende ed è evidente che il reparto IT debba essere costantemente aggiornato sulle minacce a cui siamo tutti esposti.
Quanto ritenete che l’emergenza Covid-19 abbia modificato le priorità tecnologiche per i CIO italiani? Qui mi sento di fare una distinzione, tra aziende che già in era pre-Covid padroneggiavano tecnologie digitali e architetture cloud e quelle che invece non avevano ancora raggiunto la maturità adatta a gestire le sfide tecnologiche dettate dal Covid. Solo riflettendo sul differente grado di preparazione tecnologica e culturale è possibile fornire una risposta accuratamente bilanciata. Le priorità di aziende a basso indice di innovazione tecnologica sono inevitabilmente cambiate verso un’accelerazione (per non dire rincorsa) della digitalizzazione di applicativi, creando quindi spazi di condivisione e collaborazione in cloud. Le priorità di aziende più mature a livello IT sono invece a mio avviso cambiate verso l’adozione di nuove tecnologie di knowledge sharing, AI e dashboard di analisi, affinché il decision making fosse più immediato e potesse aprire la strada anche a nuovi modelli di business, nati dal digitale e in era completamente digitale.
In che modo aziende come la vostra possono affiancare i CIO italiani nell’affrontare le loro nuove necessità? Attraverso le sue Company, Altea Federation offre servizi di consulenza direzionale e informatica per abilitare il potenziale digitale delle imprese, abbracciando tutti gli ambiti dell’Information Technology. Il punto è entrare nel vivo del connubio Human-Tech, accompagnando i nostri clienti nel percorso di Business Transformation più adatto allo scenario in cui operano. Durante il lockdown abbiamo presentato il nostro approccio sistemico alla trasformazione, il modello delle Interactive Organization: una proposta che nasce in risposta alle difficoltà emerse in questa nuova normalità; la nostra soluzione alle esigenze di business continuity e trasformazione digitale delle aziende.
Le sfide del nuovo CIO
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