Risponde Maria Costanzo, Direttore Technology Solutions, Oracle Italia
Autore: Redazione ImpresaCity
In base alla vostra esperienza sul mercato, come pensate abbia reagito la PA al repentino mutamento di scenario? Dal punto di osservazione Oracle, la situazione che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo ha visto la Pubblica Amministrazione, così come tutti, reagire in modo repentino - e a tratti forse anche improvvisato - per poter far fronte a tutte le necessità del sistema Paese: dagli obblighi amministrativi ai servizi forniti ai cittadini, dall’“ordinaria amministrazione” alla gestione di un’emergenza pandemica mai vissuta prima in questa generazione. Si è passati da servizi gestiti attraverso processi tradizionali che prevedevano un rapporto “de visu” fra il cittadino e gli operatori della Pubblica Amministrazione (attraverso sportelli, agenti, edifici preposti all’accoglienza del pubblico, un’ancora ingente quantità di documentazione cartacea, fisica, materiale) all’improvvisa necessità di diventare “immateriali” trasformando sportelli e agenzie in siti web, in app, per assistere il cittadino in modo digitale, senza avere il tempo di agire sui processi, di pensare alle soluzioni più efficienti, ma cercando di riuscire nonostante tutto a garantire i servizi di base e contemporaneamente gestire l’emergenza, sanitaria ed economica, causata dallo tsunami Covid che si è abbattuto sulle istituzioni. La PA ha fatto del suo meglio e sicuramente tutto questo ha determinato una sterzata, ormai inesorabile, verso il digitale: la direzione è segnata e non si tornerà indietro; si tratta solamente di avere il tempo di affrontare gli impatti del cambio di rotta con la necessaria calma e, finita l’emergenza, prevedere piani di digitalizzazione sempre più efficienti, che possano garantire i servizi - tradizionali e nuovi - ai cittadini. Quali vedete come sfide prioritarie per la Pubblica Amministrazione centrale e locale per il 2021? L’improvvisa virata verso il digitale ha generato una serie di opportunità che la Pubblica Amministrazione non deve assolutamente perdere. Una fra tutte, quella di far tesoro dell’immenso patrimonio di dati di cui è in possesso. I dati “digitali” rappresentano un bacino informativo estremamente prezioso cui attingere per conoscere meglio le dinamiche del Paese, creare nuovi servizi e più mirati per il territorio, approntare politiche locali sempre più attuali e tempestive. Nell’immaginario collettivo spesso l’attività della PA è percepita più come attività di controllo e contabilizzazione che come organo di supporto e servizio verso i cittadini. Oggi, se si riuscissero ad abbattere i cosiddetti “silos informativi”, le barriere tra amministrazione locale e centrale, e avvalersi così di tutti i dati disponibili in modo digitale, le potenzialità dei servizi realizzabili grazie alle semplificazioni dei processi – sia interni sia verso il cittadino - consentirebbe di migliorare la qualità della vita di operatori pubblici e cittadinanza in un modo oggi impensabile. Per noi di Oracle, questa è la vera sfida della PA anche per il futuro. Quali sono i principali elementi che possono differenziare nel nuovo scenario le esigenze della PA rispetto al comparto privato? Non vediamo grandi differenziazioni nelle esigenze della PA rispetto al comparto privato, se non nei volumi. La PA dovrebbe essere gestita come la “grande azienda” di cui tutti i cittadini sono azionisti e, idealmente, avere esattamente la stessa (ottima) performance che gli azionisti di una grande realtà richiedono ai gestori dell’azienda. Le esigenze di trasformazione, di digitalizzazione, di “user experience”, di efficienza, di riduzione costi ed eco-sostenibilità sono e devono essere esattamente gli stessi. Per noi di Oracle è proprio questo il vero cambiamento.
Speciale Pubblica Amministrazione
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