Quali sono oggi le nuove esigenze che si sono venute a creare in ambito Sanità e come vengono soddisfatte dai vendor?
Più che applicare questa o quella tecnologia, la vera sfida rimane quella legata alla raccolta, condivisione e analisi dei dati. Attraverso modelli di connected care, la condivisione delle informazioni cliniche dei pazienti tra tutti gli attori coinvolti nel processo di cura può portare vantaggi significativi da molteplici punti di vista, a partire dagli outcome clinici fino alla sostenibilità delle cure. Vi è però un ulteriore livello di gestione e analisi dei dati, ed è quella finalizzata ad utilizzare i dati stessi per comprendere meglio le patologie e sviluppare nuove cure, oltre che per migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria per tutti. La creazione di uno spazio dati europeo sulla salute, come annunciato nel novembre 2020, è un primo grande passo verso la creazione di un'Unione europea per la salute. Tale spazio di dati consentirà a qualsiasi organizzazione, comprese le organizzazioni di ricerca, farmaceutica o biotecnologica, di accedere a dati anonimi per scopi di ricerca.
L'interoperabilità è fondamentale per sfruttare al massimo questi dati e per consentire la libera circolazione e la condivisione di prodotti e servizi sanitari digitali che ridurranno la duplicazione ei costi per i sistemi sanitari. Si pone certamente un tema di sicurezza, che va affrontato sia attraverso la tecnologia – investendo in infrastrutture digitali di prossima generazione per elaborare quantità di dati sempre maggiori e per proteggere i dati dall'edge al cloud - sia stabilendo un solido quadro normativo.
Quali le best practice e gli esempi di eccellenza più significativi?
Per il Netherlands Cancer Institute abbiamo sviluppato una soluzione che combina HPC e AI per accelerare i risultati di ricerca, trovare nuove cure, migliorare la capacità dei medici nel fornire assistenza e ottenere migliori risultati clinici. Nel marzo dello scorso anno, insieme ad Aruba Networks, abbiamo installato l’infrastruttura di rete necessaria a supportare personale sanitario e degenti a bordo della GNV Splendid, nave trasformata in ospedale galleggiante per ospitare convalescenti dall’infezione Covid-19. Supportiamo il centro tedesco per le malattie neurodegenerative (DZNE) e il progetto Blue Brain della Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), dedicato alla ricerca sul cervello. Quest’ultimo ha scelto un supercomputer HPE di nuova generazione per modellare e simulare il cervello dei mammiferi.
Ma oggi - e ancora di più domani - la maggior parte dei dati sulla salute viene creata ed elaborata nell'edge, tramite endpoint intelligenti connessi. Ciò implica ripensare il modo in cui vengono costruite le infrastrutture digitali. Per questo, quando nel 2010 la Commissione europea ha lanciato il progetto Contrail per gettare le basi per una "federazione di cloud europei sicuri e interoperabili", HPE ne ha sviluppato l'infrastruttura sottostante. Da allora, Contrail si è tradotto nella nostra iniziativa Cloud 28+, che è un ecosistema digitale aperto di oltre 1.200 membri, che combina più di 60.000 servizi digitali. Questo è il motivo per cui siamo entrati a far parte della fondazione Gaia-X come membri fondatori. La nostra convinzione è che questi ecosistemi digitali aperti siano fondamentali per la capacità delle aziende europee di competere a livello globale garantendo al contempo la sovranità digitale degli utenti dei servizi cloud.