Autore: Edoardo Bellocchi
Tra le innumerevoli trasformazioni indotte dalla pandemia Covid-19, che stanno riguardando praticamente tutti gli aspetti della vita quotidiana, vi sono anche quelle sul modo di lavorare. Il ricorso massiccio al lavoro a distanza ha notoriamente permesso la continuazione di numerose attività all’indomani del primo lockdown generalizzato di inizio marzo 2020. Ma le conseguenze di tale scelta hanno ormai determinato una coda lunga di telelavoro anche dopo l’allentamento delle restrizioni, tanto che oggi si stanno affermando modalità ibride di lavoro. ImpresaCity ne ha parlato con Andrea Recupero, Head of Emea Smart Collaboration di Lenovo, chiedendo innanzitutto quali sono stati i cambiamenti al mondo del lavoro nel post-lockdown, soprattutto alla luce dell'affermarsi delle nuove modalità ibride.
“Non c’è dubbio che la pandemia abbia accelerato il ricorso al telelavoro o a modalità ibride”, esordisce Recupero, evidenziando che “le aziende che avevano già implementato una politica di smart working prima della pandemia sono state in grado di garantire livelli adeguati di produttività, e questo ha costituito una chiara indicazione di come le modalità alternative alla classica presenza in ufficio possono essere utili, con le opportune policy aziendali e organizzative, anche a livello di dotazione tecnologica per i dipendenti”.
Questa evoluzione delle dinamiche lavorative “ci porterà in effetti a ripensare il modo in cui lavoriamo, portando alla ribalta l’hybrid working con un layout diverso degli uffici, dove si parla di scrivanie condivise in modalità hot desking con sistemi di prenotazione connessi”, prosegue Recupero, citando al proposito i risultati di una recente ricerca effettuata da Lenovo all’inizio di quest’anno, dal titolo “Future of Work and Digital Transformation”, per valutare come sia effettivamente cambiato l’uso dell’ufficio con il lavoro da remoto, intervistando in 14 Paesi circa 8.000 persone, tra dipendenti e decisori IT.
Dalla ricerca di Lenovo sono emersi risultati che mostrano come i dipendenti si siano adattati rapidamente alle nuove modalità di lavoro: “il 70% degli intervistati ritiene che la flessibilità li renda più soddisfatti del proprio lavoro, e questo è un dato che non possiamo certamente trascurare”, sottolinea Recupero, evidenziando anche che “il 60% del campione intervistato oggi preferisce lavorare da remoto per almeno la metà del tempo, e più del 35%
Andrea Recupero di Lenovopreferisce lavorare da casa per la maggior parte o per tutto il tempo”.
Si tratta di una tendenza che “ricorre più frequentemente nelle aziende di grandi dimensioni, dove certamente i diversi team di lavoro sono più distribuiti a livello geografico anche su continenti differenti con relativi fusi orari, che rende la ridotta presenza in ufficio meno rilevante”, fa notare Recupero, sottolineando però che “se ne ricava che oggi l’ufficio non è più visto solo come il luogo dove svolgere il lavoro, ma si sta trasformando a tutti gli effetti come un luogo di relazioni, nel quale sviluppare relazioni interpersonali tra colleghi, lasciando a casa la parte dedicata all'attività lavorativa più impegnativa che richiede una maggiore concentrazione”.
Prendendo in considerazione le esigenze che le nuove modalità di lavoro determinano nelle aziende, Andrea Recupero fa notare che “le sfide sono molteplici, come puntualmente riflesso nei risultati della nostra ricerca, dalla quale emerge come uno dei problemi più comuni è la connessione lenta o instabile quando si lavora da casa, oltre al fatto che circa la metà dei dipendenti ha anche evidenziato, soprattutto nelle realtà piccole e medie, ritardi o difficoltà nell'ottenere eventuale supporto tecnico ove necessario”.
Per ovviare a questi aspetti negativi, vengono in aiuto “dispositivi con connettività Lte o 5G integrata, oppure servizi e soluzioni software in grado di diagnosticare autonomamente problemi”, prosegue Recupero, sottolineando anche che “il tema della sicurezza è un'altra delle sfide emerse nella ricerca, dalla quale è risultato che quasi tutte le aziende intervistate hanno dichiarato di avere un piano di business continuity”.
Passando a esaminare quella che è l’offerta, soprattutto dal punto di vista di quali sono oggi le principali esigenze delle aziende, “abbiamo constatato che i servizi in abbonamento, in particolare dal lato dei decisori IT, riscuotono molto interesse soprattutto nelle medie e nelle grandi imprese, che guardano con favore alle soluzioni di tipo Device as a Service in quanto consentono di disporre di hardware sempre aggiornato e allo stesso tempo di coprire sia le esigenze immediate sia quelle che si proiettano nel tempo in base all’andamento del business”, spiega Recupero.
Non è quindi un caso se “un decimo delle aziende intervistate ha adottato servizi di Devices as a Service, e che quasi due terzi delle aziende hanno espresso un interesse crescente verso una nuova modalità, dell’Everything as a Service, che comprende non solo l'hardware offerto in modalità as a Service ma anche tutto il pacchetto con i servizi a corollario”, fa notare Recupero.
Un'esigenza fondamentale che ormai è diventata a tutti gli effetti un must è il tema della collaboration, intesa come “gli strumenti legati al mondo della smart collaboration, a livello di endpoint e di software ma anche di piattaforme cloud per effettuare videochiamate e condividere contenuti in tempo reale", è indicata come necessità per il 97 per cento dei dipendenti, in quanto “rappresenta un elemento fondamentale per migliorare la produttività e allo stesso tempo per incrementare l'efficienza e l'interazione tra i colleghi”, spiega ancora Recupero, sottolineando che in questo contesto, l'obiettivo di Lenovo è quello di “essere leader nell'Intelligent Transformation attraverso la vision ‘Smarter Technology for all’, accompagnando i nostri clienti e i nostri partner nel processo di trasformazione del digital hybrid workplace, agevolando nuove modalità di lavoro che possano essere appunto fruite attraverso l'integrazione degli strumenti tecnologici che siano di facile adozione”.
L’approccio “easy to use” costituisce per Lenovo un elemento fondamentale, in quanto “possiamo certamente calare tanta tecnologia a livello aziendale, ma deve sempre essere di facile utilizzo”, evidenzia Andrea Recupero, portando come esempi non solo “l’integrazione nativa con le principali piattaforme di collaborazione, come Zoom, Microsoft Teams o Google Meet, ma anche le applicazioni di Software as a Service per consentire all’T una gestione centralizzata”.
Quest’ultimo era proprio uno dei temi emersi con maggiore evidenza nella ricerca “Future of Work and Digital Transformation” di Lenovo, nella quale è stata più volte enfatizzata l’importanza di “supportare il lavoratore da remoto sia attraverso dispositivi performanti, sia, dal lato IT, tramite strumenti di supporto tecnico agili e immediati”, conclude Andrea Recupero.