Autore: Edoardo Bellocchi
Non più semplici promesse, ma ormai sdoganate verso il mondo della concretezza, le tecnologie di Intelligenza Artificiale e Machine Learning si candidano a rivoluzionare anche gli ambiti applicativi, per migliorare e trasformare i prodotti e processi delle aziende. Vi è in sostanza una maturazione complessiva della percezione dell’AI, di cui si comincia a realizzare il valore strategico sia ai fini del business sia più in generale.
Non a caso, nell’ultimo anno la Commissione europea ha presentato una proposta di Regolamento in materia di Intelligenza Artificiale per disciplinarne lo sviluppo, l’uso e la commercializzazione di queste tecnologie. In questo quadro, anche l’Italia ha compiuto un significativo passo avanti, con il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale volto a identificare 24 politiche specifiche da implementare nell’arco dei prossimi tre anni.
Ma qual è lo stato dell’arte dell’AI in Italia e delle sue applicazioni concrete da parte delle aziende? Se si guarda ai dati più recenti dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, nel 2021 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia è cresciuto del 27%, raggiungendo un totale 380 milioni di euro, che rappresenta un raddoppio nell’arco di solo due anni. Ma quali aziende vi ricorrono? Se aumenta il numero di grandi aziende che ha avviato almeno un progetto di AI, visto che si tratta del 59 per cento, in crescita rispetto al 53 per cento dell’anno precedente, va anche detto che solo il 6 per cento delle Piccole e Medie Imprese vi ricorre: in dettaglio, nel 4 per cento dei casi si tratta solo di sperimentazioni, mentre un trascurabile 2 per cento riguarda i progetti veri e propri.
Riferendosi invece al dettaglio sullo stato di avanzamento dei progetti avviati dalle grandi imprese, l’Osservatorio fa notare che si conferma la dinamicità di queste realtà, che negli ultimi dodici mesi hanno aumentato le sperimentazioni: scende al 13 per cento il numero di grandi aziende che non hanno avviato iniziative, in calo di 9 punti percentuali rispetto al 2020, e crescono quelle che hanno avviato progetti pilota, con un 18 per cento, in crescita di 5 punti rispetto al 2020. Rimane pressoché invariato il numero delle aziende che hanno almeno un progetto pienamente esecutivo: il 41 per cento, praticamente analogo al 40 per cento del 2020, e di chi invece si dichiara interessato ad avviare iniziative in futuro, al 27 per cento rispetto al 25 del 2020.
Nell’inquadrare il fenomeno, Giancarlo Vercellino, Associate Director Research & Consulting di IDC Italia, fa notare che “investire negli algoritmi è il marchio distintivo degli imprenditori più innovativi, ovvero quelli che hanno una visione chiara del futuro e un’ambizione radicale al cambiamento: si tratta di meno del 5 per cento delle imprese in Italia e circa un quinto delle grandi imprese”.
Più nel dettaglio, “le imprese che investono nelle piattaforme di Machine Learning e Intelligenza Artificiale molto spesso sono impegnate in progetti per la trasformazione del modello di business aziendale, nel rinnovamento dei processi di produzione e di trasformazione, nell’ideazione di nuovi prodotti e servizi”, prosegue Vercellino, sottolineando che “tra il 15 e il 20 per cento di queste imprese sta cercando di competere in un ecosistema globale in cui i dati, le informazioni e gli insight rappresentano il fattore chiave per vincere la competizione sul mercato”.
Per quanto riguarda i campi di applicazione nei quali l’AI promette di fare la differenza, i dati dell’Osservatorio dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, sempre riferiti al 2021, indicano che un terzo del mercato italiano dell’Artificial Intelligence, per l’esattezza il 35 per cento, riguarda progetti di Intelligent Data Processing, seguiti da quelli di Natural Language Processing, con il 17,5 per cento, e di Recommendatiom System, al 16 per cento, mostrando che rispetto all’anno precedente crescono sia i progetti relativi a Chatbot e Virtual Assistant, con una quota del 10,5 per cento, sia le iniziative di Computer Vision, con l’11 per cento degli investimenti, in crescita del 41 per cento. Infine, il 10 per cento del mercato va alle soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi: si tratta della Intelligent Robotic Process Automation.
Prendendo infine in considerazione i casi d'uso e le applicazioni suscettibili di rivestire maggiore interesse, “guardando all’impatto aggregato, ragionando in modo trasversale rispetto ai diversi settori industriali, con tutta probabilità le applicazioni costruite sui nuovi modelli linguistici intelligenti (GPT-style e simili) potrebbero aiutare tante aziende diverse a gestire in modo più efficace alcuni aspetti del Front-End digitale: ovviamente è indispensabile avere una visione chiara degli obiettivi che si intendono realizzare, ma ormai esistono moltissime applicazioni specifiche piuttosto mature che sono disponibili (quasi) Off-the-Shelf (o meglio, come sarebbe più corretto dire considerato il dominio, con una minima attività di “transfer learning”)”, conclude Giancarlo Vercellino di IDC.
Nelle pagine che seguono, sono riportate le risposte di alcuni dei principali protagonisti del mercato alle nostre tre domande: 1) Qual è, secondo la vostra percezione, il livello di recepimento delle soluzioni di AI da parte delle aziende italiane?; 2) Quali ritenete essere i casi d'uso e le applicazioni che al momento rivestono maggiore interesse, in quanto in grado di portare immediatamente vantaggi pratici?; 3) Come vi state attrezzando per aiutare le imprese italiane ad affrontare le tecnologie di AI?
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