Autore: Redazione ImpresaCity
Qual è, secondo la vostra percezione, il livello di recepimento delle soluzioni di AI da parte delle aziende italiane?
L’impressione è che le aziende italiane seguano sostanzialmente due approcci, quelli che Tom Davenport, professore di Information Technology e co-founder dell’International Institute for Analytics, definisce “offensive” e “defensive”. Tutte le aziende oggi hanno compreso l’importanza dei dati, e delle soluzioni di Intelligenza Artificiale che permettono di trarrne valore, ma alcune le utilizzano per sviluppare e supportare le iniziative di business, altre per minimizzare rischi e problemi. Alcuni settori, in particolare quelli più regolamentati come banche e assicurazioni, sono più sbilanciati verso una strategia defensive e utilizzano l’AI essenzialmente per semplificare e snellire le attività; in altri settori prevale invece una gestione offensive, che mira a fare dell’AI un’alleata per lo sviluppo del business e un fattore decisivo per la crescita dell’azienda, soprattutto laddove le barriere all’ingresso sono più basse e la competitività è maggiore, come nel Retail. Con gradualità diverse, le istanze offensive e defensive coesistono in ogni azienda: la vera sfida è saper bilanciare le due strategie, per utilizzare al meglio le potenzialità dell’AI.
Quali ritenete essere i casi d'uso e le applicazioni che al momento rivestono maggiore interesse, in quanto in grado di portare immediatamente vantaggi pratici?
Oggi la sfida principale per ogni organizzazione è la velocità del cambiamento: i cicli di evoluzione delle tecnologie sono sempre più brevi e non si tratta soltanto di adeguarsi alle esigenze dei propri clienti, ma anche di anticipare le mosse dei concorrenti. Con la proliferazione dei sistemi e delle applicazioni, on premise e in cloud, emerge la necessità di unificare le informazioni e concentrarle in unico punto per poterle analizzare. L’Intelligenza Artificiale si traduce, quindi, in un vantaggio immediato in tutti quei contesti in cui è necessario poter contare su informazioni utili e aggiornate: in particolare rileva sulla necessità di scoprire e conoscere il cliente a 360 gradi e sulla sfida continua diretta a migliorare il proprio prodotto-servizio, per avere un passo in più sui competitor.
Come vi state attrezzando per aiutare le imprese italiane ad affrontare le tecnologie di AI?
Per stare al passo con le mutate condizioni del mercato, alle aziende viene richiesto sempre più spesso di attuare progetti di cambiamento, stando attenti a non interrompere il “business as usual”. Axiante, grazie alle proprie competenze nella gestione proattiva dei dati, accompagna le organizzazioni nella trasformazione digitale. Per esempio nel segmento Retail, applicazioni AI aiutano a scoprire cosa c’è dietro i trend di vendita di specifiche categorie, perché i clienti scelgono un prodotto rispetto a un altro, come è andata una promozione in ogni singolo punto vendita. Se guardiamo ai produttori di beni largo consumo, circa il 75% dei nuovi prodotti in cui investono viene ritirato dallo scaffale entro un anno, il 50% entro sei mesi. Questo significa che si sta spendendo un sacco di soldi per un ritorno minimo. Soluzioni di intelligenza artificiale aiutano a comprendere meglio i desideri dei consumatori e quindi a sviluppare prodotti che corrispondano a ciò che veramente desiderano.
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