Autore: Redazione ImpresaCity
Quali sono oggi le principali esigenze delle grandi aziende in ambito software e come vengono soddisfatte dai vendor?
Credo che le esigenze più sentite da parte delle aziende oggi siano quelle di rendere le loro applicazioni più flessibili e in grado di adattarsi ai cambiamenti repentini che stiamo vivendo in seguito a questo momento di incertezza. Flessibilità, scalabilità oltre che resilienza ritengo siano gli elementi di maggiore competitività dei quali le imprese debbano dotarsi. Le tecnologie che meglio indirizzano queste esigenze sono quelle che tendono a disaccoppiare l’hardware dal software, che segmentano le applicazioni in microservizi creati su ambienti chiamati container che possono operare in modo indipendente e comunicare fra loro attraverso l’infrastruttura. Questi elementi possono essere poi distribuiti dai sistemi dell’azienda al cloud pubblico in modo flessibile e automatizzato mantenendo allo stesso tempo un buon grado di indipendenza dal provider. Questa modalità di realizzare applicazioni e infrastrutture rende quindi l’azienda molto più in grado di gestire picchi e cali di richieste ma introduce anche complessità e può esporre a nuove vulnerabilità. Per questo motivo è fondamentale occuparsi anche del management e della sicurezza di queste nuove infrastrutture che diventano elementi trasversali fra l’infrastruttura fisica realizzata in azienda e i servizi cloud.
Questa nuova modalità di progettare applicazioni e infrastruttura rende tutto più programmabile e meno configurabile. La rilevanza del software anche su temi infrastrutturali aumenta in modo deciso trainando nuove competenze che sono un mix fra sviluppo software, conoscenze sistemistico/infrastrutturali e applicazioni e, di conseguenza, sono sempre più richieste le metodologie già in uso nel mondo dello sviluppo come Agile, e DevOps.
Quali le best practice e gli esempi di eccellenza più significativi?
Il passaggio a questo tipo di infrastrutture richiede anche un cambio culturale in azienda. Il perimetro virtuale diventa sempre più ampio e diffuso, per cui il controllo e la protezione richiedono un cambio di approccio. È sempre più importante dotarsi di sistemi di detection che diano visibilità completa di una infrastruttura applicativa molto più distribuita e diffusa. Anche gli utenti sono molto più mobili e dinamici contribuendo a distribuire ulteriormente il perimetro.
Queste infrastrutture sono sempre più gestite in modalità servizio, e spesso a consumo per cui c’è un impatto anche dal punto di vista del modello economico finanziario perché la logica del budget rigido, fatto ex-ante non incontra la logica del servizio a consumo tipica del cloud. Per avere previsioni di costi occorre ragionare maggiormente su, forecast e dati storici quando li si è accumulati.
Gli esempi di eccellenza sono ormai moltissimi. Il trend del cloud e della riprogettazione delle applicazioni in logica cloud cresce del 30% all’anno e sono molte le aziende che strutturano il proprio ecosistema IT con logiche “Cloud first” o addirittura “Cloud only”. Molti elementi restano comunque all’interno degli ambienti aziendali per vari motivi (data sovranity, latenza, capacità computazionale e rapidità di risposta etc.) rendendo il modello distribuito quello maggiormente diffuso.
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