Autore: Redazione ImpresaCity
Quali sono oggi le principali esigenze delle grandi aziende in ambito software e come vengono soddisfatte dai vendor?
Per rimanere competitivi, i responsabili IT devono offrire ai loro clienti (interni ed esterni all’azienda) esperienze sempre nuove. Tuttavia, ogni nuova applicazione o servizio rilasciato aumenta i costi e le complessità. Per sostenere l'innovazione senza incidere sul budget IT, la scelta spesso viene indirizzata verso un cloud (pubblico o privato) sul quale sviluppare le nuove applicazioni e spostare i carichi di lavoro esistenti. Tuttavia, la realtà complessa delle aziende non consente di ottenere facilmente una migrazione al cloud completa. In questo scenario il futuro della tecnologia è senz'altro ibrido (un mix tra on premise, cloud pubblico e privato). Determinare i cloud privati o pubblici più adatti a ogni carico di lavoro è un compito complesso e non è detto che la soluzione scelta oggi sia anche quella migliore per il futuro. Per esempio, quando si tratta di adottare una strategia multicloud o se eseguire deployment all'edge della rete, è importante che le soluzioni software non rappresentino un limite per le scelte future. Sono quindi necessari una piattaforma flessibile e coerente per ogni ambiente scelto e servizi quali integrazione, dati, e analisi per le diverse applicazioni che verranno rilasciate. Come gestire, nel lungo termine, la capacità di aggiungere nuovi cloud, strumenti e integrazioni, quando non è possibile prevedere le esigenze future? Certo non è possibile orientarsi verso un'unica azienda, un unico cloud o un unico fornitore. Per poter sfruttare l'intero ecosistema di infrastrutture e servizi applicativi a disposizione, c'è una sola base che garantisce un'ampia compatibilità: il codice open source. Qualunque sia l'hardware su cui si basa l'infrastruttura strategica aziendale e il cloud sul quale si eseguirà il deployment delle applicazioni innovative, c'è una tecnologia che funziona ovunque: Linux, il sistema operativo open source che per le sue caratteristiche ha rivoluzionato i processi dei data center, ed è alla base di tutti i principali cloud pubblici e di ogni nuova iniziativa cloud native.
Quali le best practice e gli esempi di eccellenza più significativi?
Per quanto riguarda casi virtuosi possiamo citare due esempi diversi per settore e dimensione aziendale: Intesa Sanpaolo e DAB Pumps. Per quanto riguarda il primo caso anche nel settore Finance lo scenario di architetture sempre più fondate su paradigmi cloud ha preso ormai il sopravvento. Per questo motivo Intesa Sanpaolo ha messo in atto un percorso strategico che negli anni ha consentito di fare evolvere infrastrutture e modelli di gestione on-premise in modalità progressivamente cloud ready e open hybrid multicloud. Il progetto con Red Hat si è sviluppato in un periodo di quattro-cinque anni, e ha visto l’adozione di diverse soluzioni che hanno consentito di raggiungere obiettivi di consolidamento, standardizzazione e astrazione software-defined degli ambienti infrastrutturali. Grazie a questo progetto si sono ottenuti diversi vantaggi quali un aumento significativo del ritmo dei rilasci applicativi, impatti positivi sul modello di gestione degli stessi con la possibilità di sviluppare nuove funzionalità rapidamente su nuovi ambiti, una migliore gestione delle infrastrutture e della produttività dei team IT, servizi core di Gruppo operanti nei nuovi ambienti. Mi piace poi ricordare anche Dab Pumps perché è un caso di azienda manifatturiera italiana che è parte del nostro tipico tessuto produttivo. DAB Pumps produce e commercializza tecnologie per la movimentazione e la gestione dell’acqua. Nel corso del 2020, DAB Pumps ha lanciato un esteso programma di trasformazione della propria infrastruttura a supporto del business e delle sue priorità. Tra queste, l'obiettivo di raddoppiare il giro d’affari entro cinque anni e di promuovere una più rapida innovazione per differenziarsi ulteriormente rispetto alla concorrenza. Elemento fondamentale del programma era in prima istanza l'aggiornamento della sua architettura di integrazione per migliorare la comunicazione tra le diverse applicazioni aziendali come base per l'espansione del business. DAB Pumps cercava un sistema d'integrazione aperto e basato su standard che fornisse la libertà di poter scegliere in qualsiasi momento il software migliore per le proprie esigenze e la soluzione è stata trovata in Red Hat. Il passo successivo è stato quello di adottare OpenShift per spostare i suoi sistemi nel cloud. Grazie a questa architettura, DAB ha ridotto i cicli di sviluppo ed è in grado di portare le applicazioni sul mercato più rapidamente, con un vantaggio di tempo del 60% rispetto a prima.
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