In base alla vostra esperienza, quali tecnologie giudicate più importanti per il 2025?
Non parlerei di tecnologie ma di una tecnologia -l’AI – dal momento che dopo due-tre anni in cui se ne è parlato molto, il 2025 sarà l’anno della verifica, l’anno in cui si valuteranno quali impatti hanno le tecnologie legate all’intelligenza sul business. Le aspettative nelle aziende sono alte ma non in eguale misura le disponibilità alla spesa. Un recente di studio di Minsait-Luiss ha analizzato il grado di adozione queste tecnologie nelle aziende italiane evidenziando che solo il 22% sta implementando un piano di sviluppo dell’AI. A rallentarne l'impiego è tuttora l’incertezza di come applicarla e dei ritorni.
Al contrario, riteniamo che proprio l’AI permetta di superare questa incertezza. Noi stessi abbiamo già verificato che queste tecnologie danno un enorme contributo a velocizzare la prototipazione: se prima servivano diversi mesi per realizzare un prototipo applicativo a supporto di una nuova iniziativa di business, oggi riusciamo a rilasciarlo in un decimo di tempo. Questa velocità è sicuramente un vantaggio per noi fornitori di servizi ma lo è anche per le aziende che possono così verificare la fattibilità e la bontà di un’idea in tempi molto più brevi.
In questa direzione riteniamo che l’AI contribuirà sempre di più anche ad agevolare la revisione dei processi legata, per cominciare, alla digital transformation. Questa è una priorità di molte aziende ma ostacolata dalla necessità di adeguare contestualmente i sistemi legacy, impresa spesso molto complessa. Freno che può essere superato invece proprio grazie alle velocità nelle fasi di design & tuning rese possibile dall’intelligenza artificiale.
Sempre in base alla vostra conoscenza, a quali sviluppi di mercato si devono preparare le imprese italiane?
Il 2025 sarà caratterizzato, almeno nella prima parte dell’anno, da riassetti economico-politici in Paesi strategici come gli Stati Uniti, Germania e Francia, dal perdurare o meno dei conflitti in corso, e ovviamente dalle disponibilità finanziarie e dalle politiche economiche e industriali, inclusa quelle legate alla green economy.
Apparentemente tutto ciò può essere percepito come ininfluente sui trend tecnologici, in realtà i due ambiti sono legati anche per il solo fatto che la geopolitica condiziona l’innovazione tecnologia e l’adozione di nuove tecnologie - o il loro aggiornamento - richiede investimenti.
Inoltre è prevedibile che in questo contesto, la domanda continuerà a essere debole, soprattutto in certi settori. Ciò inevitabilmente porterà a una ulteriore crescita della pressione competitiva e a una maggiore focalizzazione delle imprese sull’efficienza. Ebbene, la tecnologia è in grado di supportare le aziende a essere più competitive e più efficienti.
In particolare, l’analisi dei dati giocherà un ruolo ancora più centrale, consentendo di individuare in tempo reale i cambiamenti, di poter segmentare la propria clientela in maniera profonda e dinamica offrendo loro comunicazioni e offerte mirate che oggi i consumatori si aspettano e, in generale, di migliorare i processi decisionali. Investire in una strategia per la gestione dei dati e nelle relative tecnologie permetterà di mantenere un vantaggio competitivo, ma anche di aumentare l’efficienza operativa. Molte soluzioni data driven sono in grado infatti di ottimizzare le operazioni aziendali, identificare le inefficienze e ridurre gli sprechi, ottenendo così una riduzione dei costi e una maggiore produttività. In particolare, le condizioni poco prevedibili legate alle situazioni geopolitiche renderanno ancora più strategici i software predittivi, a cominciare da quelli per il demand planning in grado di ottimizzare la supply chain.
In base alla vostra esperienza, quali tecnologie giudicate più importanti per il 2025?
Non parlerei di tecnologie ma di una tecnologia -l’AI – dal momento che dopo due-tre anni in cui se ne è parlato molto, il 2025 sarà l’anno della verifica, l’anno in cui si valuteranno quali impatti hanno le tecnologie legate all’intelligenza sul business. Le aspettative nelle aziende sono alte ma non in eguale misura le disponibilità alla spesa. Un recente di studio di Minsait-Luiss ha analizzato il grado di adozione queste tecnologie nelle aziende italiane evidenziando che solo il 22% sta implementando un piano di sviluppo dell’AI. A rallentarne l'impiego è tuttora l’incertezza di come applicarla e dei ritorni.
Al contrario, riteniamo che proprio l’AI permetta di superare questa incertezza. Noi stessi abbiamo già verificato che queste tecnologie danno un enorme contributo a velocizzare la prototipazione: se prima servivano diversi mesi per realizzare un prototipo applicativo a supporto di una nuova iniziativa di business, oggi riusciamo a rilasciarlo in un decimo di tempo. Questa velocità è sicuramente un vantaggio per noi fornitori di servizi ma lo è anche per le aziende che possono così verificare la fattibilità e la bontà di un’idea in tempi molto più brevi.
In questa direzione riteniamo che l’AI contribuirà sempre di più anche ad agevolare la revisione dei processi legata, per cominciare, alla digital transformation. Questa è una priorità di molte aziende ma ostacolata dalla necessità di adeguare contestualmente i sistemi legacy, impresa spesso molto complessa. Freno che può essere superato invece proprio grazie alle velocità nelle fasi di design & tuning rese possibile dall’intelligenza artificiale.
Sempre in base alla vostra conoscenza, a quali sviluppi di mercato si devono preparare le imprese italiane?
Il 2025 sarà caratterizzato, almeno nella prima parte dell’anno, da riassetti economico-politici in Paesi strategici come gli Stati Uniti, Germania e Francia, dal perdurare o meno dei conflitti in corso, e ovviamente dalle disponibilità finanziarie e dalle politiche economiche e industriali, inclusa quelle legate alla green economy.
Apparentemente tutto ciò può essere percepito come ininfluente sui trend tecnologici, in realtà i due ambiti sono legati anche per il solo fatto che la geopolitica condiziona l’innovazione tecnologia e l’adozione di nuove tecnologie - o il loro aggiornamento - richiede investimenti.
Inoltre è prevedibile che in questo contesto, la domanda continuerà a essere debole, soprattutto in certi settori. Ciò inevitabilmente porterà a una ulteriore crescita della pressione competitiva e a una maggiore focalizzazione delle imprese sull’efficienza. Ebbene, la tecnologia è in grado di supportare le aziende a essere più competitive e più efficienti.
In particolare, l’analisi dei dati giocherà un ruolo ancora più centrale, consentendo di individuare in tempo reale i cambiamenti, di poter segmentare la propria clientela in maniera profonda e dinamica offrendo loro comunicazioni e offerte mirate che oggi i consumatori si aspettano e, in generale, di migliorare i processi decisionali. Investire in una strategia per la gestione dei dati e nelle relative tecnologie permetterà di mantenere un vantaggio competitivo, ma anche di aumentare l’efficienza operativa. Molte soluzioni data driven sono in grado infatti di ottimizzare le operazioni aziendali, identificare le inefficienze e ridurre gli sprechi, ottenendo così una riduzione dei costi e una maggiore produttività. In particolare, le condizioni poco prevedibili legate alle situazioni geopolitiche renderanno ancora più strategici i software predittivi, a cominciare da quelli per il demand planning in grado di ottimizzare la supply chain.
In base alla vostra esperienza, quali tecnologie giudicate più importanti per il 2025?
Non parlerei di tecnologie ma di una tecnologia -l’AI – dal momento che dopo due-tre anni in cui se ne è parlato molto, il 2025 sarà l’anno della verifica, l’anno in cui si valuteranno quali impatti hanno le tecnologie legate all’intelligenza sul business. Le aspettative nelle aziende sono alte ma non in eguale misura le disponibilità alla spesa. Un recente di studio di Minsait-Luiss ha analizzato il grado di adozione queste tecnologie nelle aziende italiane evidenziando che solo il 22% sta implementando un piano di sviluppo dell’AI. A rallentarne l'impiego è tuttora l’incertezza di come applicarla e dei ritorni.
Al contrario, riteniamo che proprio l’AI permetta di superare questa incertezza. Noi stessi abbiamo già verificato che queste tecnologie danno un enorme contributo a velocizzare la prototipazione: se prima servivano diversi mesi per realizzare un prototipo applicativo a supporto di una nuova iniziativa di business, oggi riusciamo a rilasciarlo in un decimo di tempo. Questa velocità è sicuramente un vantaggio per noi fornitori di servizi ma lo è anche per le aziende che possono così verificare la fattibilità e la bontà di un’idea in tempi molto più brevi.
In questa direzione riteniamo che l’AI contribuirà sempre di più anche ad agevolare la revisione dei processi legata, per cominciare, alla digital transformation. Questa è una priorità di molte aziende ma ostacolata dalla necessità di adeguare contestualmente i sistemi legacy, impresa spesso molto complessa. Freno che può essere superato invece proprio grazie alle velocità nelle fa