Assieme alla compliance, il software asset management assume un ruolo sempre più centrale nell’ottimizzazione della spesa delle aziende, spiega il partner di Oracle
Software asset management e compliance sono tra gli aspetti più importanti dell'IT di oggi: ne parliamo con
Insight, un importante system integrator che è da tempo partner di
Oracle.
A
Diego Nobili, WEX Regional Marketing Manager di Insight chiediamo un identikit di Insight e delle sue peculiarità principali. “
Con quartier generale in Arizona, negli Stati Uniti, Insight è sul mercato da una trentina d'anni e conta circa 11.000 dipendenti nel mondo, mentre in Italia siamo poco più di 80”, esordisce Nobili, raccontando che la società “
ha una storia particolare perché sostanzialmente, fino a qualche anno fa la nostra competenza principale era quella esattamente del software asset management. Ma da più di cinque anni a questa parte abbiamo affiancato a questa competenza originaria anche competenze più tecnologiche, come la capacità di disegnare architetture, coordinare l'esecuzione e l'implementazione di progetti, e anche effettuare delivery di progetti e servizi”.
Il rapporto con Oracle
È in questo sviluppo che si innesta il rapporto professionale con Oracle, che “
è nato esattamente seguendo il flusso di questo nostro sviluppo di competenza se vogliamo usare questi termini”, racconta Nobili, spiegando che “
dapprima si trattava di un rapporto basato perlopiù sulla nostra competenza principale, che era quella della gestione dei software asset. Semplificando, si potrebbe parlare di ‘licenze software’, ma oggi, in uno scenario tecnologico più complesso, questo termine forse non è più così appropriato”.
Però, almeno all'inizio quello con Oracle era un rapporto basato su quel tipo di competenze, prosegue Nobili, sottolineando che “
man mano che Insight ha affiancato altre competenze tecnologiche all'interno dei propri skill, naturalmente anche il rapporto con Oracle si è evoluto: nel momento in cui Insight è diventata in grado di proporsi come partner capace non soltanto di disegnare architetture, ma anche di coordinare l'esecuzione di progetti e l'implementazione di soluzioni, e anche della delivery di servizi associata a queste implementazioni, questo ci ha reso un partner che poteva offrire un vantaggio in più”.
In sostanza, è il ragionamento di Nobili, questo “
ci permetteva di unire due mondi che spesso sono poco in contatto: il mondo diciamo tecnologico della realizzazione dei progetti e il mondo invece un po’ più orientato al purchasing e alla gestione dei software asset”. E questa evoluzione, evidenzia Nobili, “
ci permette di presentarci in primis verso il mercato e verso i clienti, e poi anche naturalmente verso i vendor come Oracle come un interlocutore che può fare da trait d’union e da punto di congiunzione verso aspetti che purtroppo spesso sembrano separati ma in realtà sono altrettanto importanti e vanno considerati tutti e due. Quindi il mondo della gestione dei software asset e il mondo dell’implementazione tecnologica, con tutte le varie fasi a partire dal disegno delle architetture fino all'implementazione e al coordinamento del progetto e naturalmente alla delivery dei servizi che sono associati eventualmente anche dopo la conclusione della fase progettuale”.
La gestione corretta degli asset software
È invece a
Fortunato Mallamace, Practice Manager Oracle Consulting Service Emea di Insight, che chiediamo
l'importanza del software asset management e in particolare nell'ambito Oracle. “
Il software asset management, o semplificando la gestione delle licenze, una best practice che nasce nel mondo anglosassone diverso tempo fa e che negli ultimi cinque o sei anni sta diventando un tema caldo anche in Italia”, spiega Mallamace, sottolineando che “
mi capita molto spesso di avere a che fare con aziende un po’ più strutturate della media, che hanno deciso di portarsi in casa la figura del License Manager, ovvero una figura che si mcolloca per così dire a metà tra la funzione Acquisti e la funzione IT, e ha il compito di occuparsi di asset management, cioè tenere traccia delle licenze e delle installazioni”.
Però è
una figura che non troviamo in tutte le aziende, soprattutto in Italia che è notoriamente costellata di numerose piccole e medie imprese non tutte strutturate. Ecco quindi che questo ruolo “
viene ricoperto in moltissimi casi alternativamente da qualcuno del Procurement o da qualcuno dell’IT”, prosegue Mallamace, spiegando però che si tratta di un tema che “
sta assumendo sempre più importanza sia perché le aziende vanno sempre più spesso verso ambienti ibridi, con il cloud e le installazioni on premise, e occorre tener traccia delle performance, dei software e delle subscription, solo per fare alcuni esempi”.
L’esempio di Oracle
Parlando di Oracle, e “
nello specifico del loro prodotto di punta da più di vent’anni, ovvero del database, si tratta di un software che ha un costo importante”, fa notare Mallamace, spiegando che “
un'azienda che fa un investimento in Oracle deve tenerne traccia, con una governance delle installazioni, dei contratti e delle licenze. In sostanza, tenere sotto controllo il software Oracle comporta avere il controllo dell’installazione, cioè dove è installato, chi lo sta usando e che cosa ho installato esattamente, per allineare tutto questo con le licenze che ho a disposizione, in modo da arrivare a un'ottimizzazione sia delle licenze sia del supporto, cioè dei contratti di manutenzione. Questo conduce ad allineare l'investimento fatto con i requisiti di business, in modo da ridurre il Total Cost of Ownership, perché avere una buona gestione delle licenze significa anche riuscire a pianificare gli investimenti futuri in maniera molto più oculata, anche e soprattutto perché può permettere di disegnare una roadmap che è in linea con le sfide aziendali”.
Occhio alla compliance
Infine, c’è un altro tema caldo: quello della
compliance, che per Fortunato Mallamace rappresenta “
un tema molto importante in quanto può generare rischi finanziari rilevanti, capaci potenzialmente di mettere in difficoltà le aziende. Guardando da vicino la compliance, questa significa sostanzialmente utilizzare il software secondo quelle che sono le regole dei contratti di licenza”.
Ma il vero problema, fa notare Mallamace è che parlando in termini generali “
i contratti non vengono letti da nessuna azienda, e se lo sono non vengono analizzati come dovrebbe essere: questo accade anche perché le aziende non hanno un solo vendor, ma una molteplicità di software e di relativi vendor, ciascuno con le proprie regole. È quindi comprensibile che non è facile avere competenze specifiche verticali su ciascun vendor, e questo può determinare rischi come quello di utilizzare software non avendo le licenze corrette per farlo: in caso di audit si rischia di arrivare ad avere penali anche importanti da pagare”.
È quindi importante rivolgersi al software asset management: “
noi di Insight facciamo questo mestiere tutti i giorni, e siamo in grado di analizzare i contratti dei clienti e di far fare una due diligence sul cliente, per capire come sta utilizzando il software. Saremo così in grado di indicare tutte le raccomandazioni affinché il cliente sia compliant. Avere una situazione sotto controllo costante significa anche riuscire a pianificare anche gli investimenti futuri e controllare accuratamente anche i costi della manutenzione, ovvero gli OpEx, che sono una parte critica per le aziende”, conclude Fortunato Mallamace.
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