La crescita delle imprese italiane passa certamente da una maggiore digitalizzazione, per dotarsi di piattaforme aperte che possano supportare nuovi processi digitali sempre più utili ed efficaci
Il 2020 è stato certamente un anno di
digitalizzazione accelerata, ma spesso non gestita strategicamente. Ora ci aspettiamo, anche grazie alla visione del PNRR collegato a Next Generation EU, una ulteriore crescita del digitale. Ma per delineare un ideale percorso di crescita delle aziende, è bene sapere non solo dove si vuole arrivare ma
anche da dove si parte. Ossia: quale è veramente il nostro attuale stato di digitalizzazione? E con che prospettive di sviluppo grazie alle nuove tecnologie? Ne abbiamo parlato con
Stefano Roversi, General Manager Enterprise Solutions di TeamSystem.
Dal punto di vista di una software house come TeamSystem, che propone molte soluzioni per mercati diversi della nostra economia, come giudicate lo stato di sviluppo della digitalizzazione nelle imprese italiane, specie in rapporto alle attuali possibili strategie nazionali di sviluppo e rilancio?Abbiamo davanti una sfida molto importante: lo si dice spesso ma questa volta si tratta di un momento davvero rilevante per tutto il sistema-Paese. L'Italia è fatta di grandi eccellenze basate sulla creatività, sulla flessibilità, sulla qualità dei prodotti. Penso che diventeremmo un Paese ancora più straordinario se riuscissimo ad affiancare a queste qualità strumenti ed infrastrutture più evolute. Questo ci permetterebbe di essere ancora più competitivi, di disporre di informazioni immediatamente aggiornate per prendere decisioni in tempi molto rapidi.
Purtroppo siamo sensibilmente in ritardo sulle tematiche della digitalizzazione: di recente abbiamo condotto, insieme al Politecnico di Milano, una ricerca che ci restituisce un quadro preoccupante. In questa ricerca abbiamo rilevato un indice di digitalizzazione delle PMI per il quale appare un ritardo evidente delle nostre imprese rispetto alle nazioni più avanzate. In particolare la Germania, che in Europa è il Paese con l'indice di digitalizzazione più elevato, ha un vantaggio rispetto a noi superiore al 65%. Ma abbiamo un ritardo anche nei confronti di altre nazioni. Come la Spagna, la cui economia non è mai stata importante quanto la nostra ma che nella digitalizzazione oggi ha un vantaggio rispetto a noi del 40%. Abbiamo, in sostanza, un gap da colmare molto rilevante.
Un altro dato importante emerso dall'analisi è l'indicatore che riporta quante delle nostre aziende usano strumenti per vendere online. Li ha solo il 34% delle imprese italiane e questa, soprattutto in prospettiva, è una delle aree su cui lavorare di più. Sono un grande "tifoso" del nostro Paese e della nostra economia, mi dispiace che alcuni pensino che i nostri figli devono andare all'estero perché l'Italia è ormai avviata verso un declino inarrestabile. Non sono d'accordo, sono anzi sicuro che l'Italia può recuperare la posizione che ha avuto in passato.
Questo si può ottenere con un importante lavoro di sistema, infatti uno dei miei auspici è che le aziende del nostro comparto - l'IT e in particolare il software gestionale per le imprese - siano capaci di fare sistema: lavorare insieme a chi governa, a chi decide le strategie di sviluppo nazionali, per fare in modo che i nostri piccoli e medi imprenditori possano avere più
facilmente accesso alle tecnologie di cui disponiamo oggi. Che ci offrono grandi opportunità, ma se saremo capaci di indirizzarle nel modo giusto, rendendole semplici e soprattutto effettivamente funzionali alle necessità degli imprenditori.
Scendendo più in dettaglio, che ruolo possono giocare il digitale e le nuove tecnologie nella auspicabile fase di rilancio del sistema-Italia?Un ruolo fondamentale, che innanzitutto deve essere di supporto agli imprenditori. Mi piacerebbe che i nostri strumenti entrassero nel quotidiano delle imprese, molto più di quanto non sia stato in passato e sia ancora oggi. In passato le aziende investivano molto per dotarsi di strumenti hardware e software mirati, alla fine però rigidi e poco aperti. Oggi siamo nell'era delle app e del cloud, questa è una opportunità enorme perché i sistemi e le soluzioni possono davvero diventare trasversali.
Possono cioè diventare strumenti che, come le app che vanno per la maggiore, sono usati regolarmente, danno informazioni aggiornate e puntuali e abbinati con l'intelligenza artificiale - questo è un punto su cui stiamo lavorando, in particolare - sono in grado di proporre agli imprenditori azioni da applicare nel breve e medio periodo per correggere l'andamento del loro business. È una sfida per la quale stiamo lavorando ed investendo molto, siamo sicuri che possa diventare uno dei fattori di successo e di rilancio per la nostra economia.
Quali tasselli tecnologici oggi risultano più importanti, anche considerata questa ottica di ripresa e rilancio, in una visione di digital factory e, più genericamente, di digitalizzazione delle imprese?Il punto principale è sempre una maggiore digitalizzazione, il che in questo caso si traduce nell'aiutare e stimolare le imprese a far evolvere le proprie piattaforme gestionali. Oggi è possibile avere sistemi più moderni, aperti al cloud, e questo è un prerequsito per far evolvere, in ambito smart factory, la propria parte di produzione. In passato, ad esempio, implementare sistemi di controllo dell'avanzamento della produzione era complesso e costoso, non c'erano poi sistemi facilmente integrabili con la parte ERP.
Oggi invece la tecnologia consente scenari del tutto diversi. Noi ad esempio proponiamo Power MES, uno strumento in cloud che si integra con i macchinari e fornisce sinottici estremamente utili per gli imprenditori, dando informazioni aggiornate in tempo reale su avanzamento della produzione, disponibilità dei materiali, ore di lavoro di una macchina rispetto a quelle disponibili... dati che una volta era estremamente difficile avere. E soprattutto avere in remoto: bisognava essere in fabbrica, al massimo negli uffici dell'azienda. Oggi sono fruibili da applicazioni remote e persino da smartphone.
Rendere le aziende più moderne nella loro infrastruttura e per i loro sistemi gestionali, poi dotarsi di applicazioni di nuova generazione: questi sono i prerequisiti per una smart factory. Ma ci sono molti altri processi che abbiamo pensato di re-ingegnerizzare nei nostri gestionali, rendendoli disponibili anche alle PMI. Una volta erano componenti patrimonio solo delle grandi multinazionali, oggi sono accessibili anche ai piccoli imprenditori: dalla gestione evoluta delle risorse umane alla firma elettronica.
In generale, ci sono molte opzioni e funzioni che TeamSystem mette a disposizione delle aziende. Serve però anche una visione di sistema-Paese che aiuti gli imprenditori a farle proprie. Come è successo per la fatturazione elettronica, che è stata introdotta per esigenze di controllo fiscale ma ha consentito a milioni di aziende italiane di acquisire strumenti che oggi abilitano processi digitali una volta impossibili. In poche settimane noi abbiamo conquistato centinaia di migliaia di utenti per il software di fatturazione Fatture in Cloud, grazie a cui oggi piccoli artigiani possono - del tutto digitalmente - pagare ed incassare fatture, ottenere anticipi, avere prestiti e finanziamenti... cose che in passato non avrebbero nemmeno immaginato.