Consapevole dei consumi dei data center, Legrand concretizza il suo impegno per l'ambiente tramite l’efficientamento energetico dei suoi prodotti. Tutti gli UPS di Legrand dispongono dell’Eco Passport PEP.
Il tema dell’impatto ambientale delle infrastrutture IT è spinoso e negli ultimi 15 anni ha assunto una rilevanza e un impatto sociale importanti. Floriano Monteduro, Country Manager di Legrand Data Center Solutions Italia, ci ha spiegato che intorno ai data center c’è spesso una sottovalutazione dei consumi energetici da parte del grande pubblico, dovuto anche alla loro natura di luoghi inaccessibili e quasi sempre non identificabili fisicamente.
È per questo motivo che, nel sentire comune, spesso si ha un’idea quasi romantica delle applicazioni in cloud, probabilmente ingenerata dall’immagine eterea della parola “cloud”. La realtà purtroppo è tutt’altra: come sottolinea Monteduro, l'evoluzione digitale degli ultimi anni ha portato e continua a portare un pesante coinvolgimento dell’IT, e quindi dei data center. Basti pensare all'Industria con Industry 4.0, alla connessione mobile con il 5G, alla mobilità con le auto elettriche connesse, alla domotica con l'Internet of Things, eccetera. Sono tutti elementi che hanno indotto un forte coinvolgimento dei data center.
L'ICT consuma quanto una nazione
Per comprendere la dimensione dell'inquinamento indotto dai data center, Monteduro prende spunto dalle recenti ricerche di settore: il semplice invio di un messaggio via chat produce fino a 50 grammi di CO2; l’utilizzo di Facebook di un utente medio produce quasi 300 grammi di C02 nel corso di un anno.
Secondo IEA, l’agenzia internazionale dell’energia, se potessimo assimilare l’ICT ad una nazione, le sue emissioni potrebbe essere annoverate da subito nella lista dei Paesi più inquinanti. Infatti dopo Cina, Stati Uniti, e India, la nazione dei data center occuperebbe il quarto posto, con quasi 2 miliardi di tonnellate di CO2 prodotte ogni anno, su un totale globale annuo di circa 33 miliardi di tonnellate.
Questo doveroso preambolo serve da monito anche ai produttori di sistemi per l’infrastruttura data center, perché per ridurre l’impatto ambientale dell’ICT occorre un forte commitment di tutti gli attori in gioco.
Secondo Monteduro l’impatto ambientale nasce già sulla carta, cioè dal lavoro gomito a gomito di end user, engineering e vendor. L’impegno del Gruppo Legrand e di Bticino è stato concreto soprattutto con l’adesione al CSR: Responsabilità Sociale d'Impresa, ufficialmente lanciata nel 2001 dalla Comunità Europea. CSR che poggia su tre temi: Ecosistema Aziendale, Persone e Ambiente.
UPS con passaporto ambientale
Legrand ha fattivamente applicato le direttive del CSR, aggiudicandosi già a luglio 2021 la medaglia platinum di ECOVADIS. L'azienda ha iniziato con l’efficientamento energetico dei suoi prodotti, per esempio i trasformatori, inaugurando un'intera nuova versione “Green”, che grazie ad una elevata qualità dei materiali costruttivi, garantiscono una consistente riduzione dei consumi di energia, favorendo un notevole risparmio economico e la riduzione di emissioni di CO2 nell’atmosfera. Poi si è spinta più in là con area di produzione degli UPS.
Tutti gli UPS di Legrand sono dotati di una fotografia dell’impatto ambientale, cioè dell’Eco Passport PEP. Di fatto il prodotto ha un suo pedigree ambientale, con indicazioni sul produttore, sui materiali utilizzati, sulla riciclabilità degli stessi e sugli impatti ambientali di ogni fase di vita del prodotto. Il tutto con una visione precisa di una gestione responsabile degli stabilimenti e con una continua ricerca di soluzioni eco-compatibili, il tutto per rendere semplice la gestione a fine vita del prodotto stesso. L’eco passport è di fatto lo strumento che permette all’utilizzatore di valutare la qualità ambientale del prodotto.
Una coscienza condivisa
Riguardo alla piena coscienza dell’impatto dell’Information Technology, Monteduro propone una riflessione in chiaroscuro. Da una parte il tema è universalmente compreso tra gli operatori, dall'altra ci sono ancora sacche ancorate alla ricerca di soluzioni che garantiscano principalmente un risparmio finanziario immediato, piuttosto che una visione di quello che sarà l’impatto energetico ed ambientale della scelta.
Per esempio, nella costruzione della white room di un data center è ormai assodato che un ottimo mezzo per contenere i costi della climatizzazione è compartimentare i corridoi caldi e i corridoi freddi. Legrand ha evidenza che sono ormai rarissime le richieste di corridoi non compartimentati anche perché, a fronte di un investimento relativamente basso, si ha un risparmio quantificabile in circa il 25% del costo annuale del condizionamento. Le richieste in tal senso sono così elevate che Legrand ha dovuto dedicare un intero stabilimento, la Modulan di Francoforte, solo per la produzione di sistemi per la compartimentazione dei corridoi nella white room. Segno evidente della orami diffusa sensibilità ambientale.
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