Le soluzioni e le esperienze di Microsoft possono aiutare le aziende a implementare con successo politiche di sostenibilità, valutandone costantemente effetti ed efficacia. Ne abbiamo parlato con Matteo Mille, Chief Marketing and Operations Officer di Microsoft Italia
La sostenibilità dell'IT è un tema fondamentale, ma non è sempre facile affrontarlo. In particolare, le aziende che intendono integrare la sostenibilità nei loro processi hanno di frequente difficoltà nel valutare l'impatto delle varie possibili iniziative di sostenibilità. In un certo senso, cioè, "declinare" la generica sostenibilità in programmi mirati e concreti resta un percorso con diversi ostacoli tecnologici, di approccio, concettuali.
Qui diventa sempre più importante il ruolo dei fornitori IT delle imprese. Da un lato perché è da questi fornitori che arrivano le tecnologie e le soluzioni più importanti per affrontare le questioni della sostenibilità, dall’altro perché i fornitori sono essi stessi grandi utenti tecnologici e possono mettere a fattor comune le best practice e gli approcci ESG che si sono rivelati, per loro, più efficaci.
Questo accade anche per Microsoft, come conferma Matteo Mille, Chief Marketing and Operations Officer di Microsoft Italia: “Vogliamo aiutare i clienti a fare in modo che il loro viaggio verso la sostenibilità diventi reale: l'85% dei dirigenti intervistati in una nostra indagine indica che la sostenibilità è strategica, ma soltanto il 16% di questi ha effettivamente processi e soluzioni per raggiungere precisi obiettivi di riduzione dell'impatto ambientale”. Per colmare questo gap tra buone intenzioni e concretezza, la casa di Redmond fa leva sulle esperienze maturate nel suo percorso personale di sostenibilità.
Gli obiettivi di Microsoft sono ambiziosi – tra gli altri, ridurre entro il 2050 l'impatto ambientale generato sin dalla costituzione dell'azienda, nel 1975 – e per questo “abbiamo fatto ciò che sappiamo fare meglio, ossia abbiamo sviluppato soluzioni e piattaforme”, spiega Mille. In questo caso, soluzioni e piattaforme che permettono di collegare i dati sempre più numerosi che un’azienda ha sullo stato della sua operatività con gli obiettivi di sostenibilità che si è posta. Perché i dati indubbiamente ci sono, ma servono gli strumenti giusti per raccoglierli, normalizzarli, analizzarli e renderli comprensibili a chi deve prendere decisioni strategiche collegate ai criteri ESG. “Puoi fare qualunque cosa, ma diventa inutile se non ne misuri l'efficacia”, ricorda Mille.
Il “misuratore” creato da Microsoft è Microsoft Sustainability Manager, un componente di Microsoft Cloud for Sustainability che parte dai dati operativi aziendali per arrivare a quella che è poi la valutazione chiave in un percorso di sostenibilità: qual è l'impatto ambientale che si genera nella specifica produzione di un bene, tangibile o intangibile. Senza questa conoscenza, è difficile definire e soprattutto seguire un percorso di sostenibilità.
Tra i vari ambiti per i quali Microsoft può mettere in campo l’esperienza che fa ogni giorno, c’è certamente la gestione dei data center. Che sono da anni “osservati speciali” per il loro impatto ambientale, specie in questa fase del mercato in cui la domanda di computing aumenta costantemente. “Abbiamo una rete di data center tra le più ampie al mondo – conferma Matteo Mille – e certamente la disponibilità di capacità computazionale nelle nostre cloud region è destinata ad aumentare. Ma in questa crescita seguiamo criteri di sostenibilità tra i più stringenti”.
A partire da quando un data center è ancora sulla carta, o quasi: “La prima cosa che facciamo – spiega Mille - è stimare e ridurre le emissioni già nelle fasi di progettazione e costruzione stessa dei data center, utilizzando uno strumento chiamato Embodied Carbon in Construction Calculator”. L’EC3 è stato creato dal Carbon Leadership Forum e permette di prendere decisioni “carbon smart” già quando si scelgono i materiali e i processi di base per la realizzazione di un data center.
Più in generale, nella gestione dei suoi data center, Microsoft si è data parametri di sostenibilità elevati, come ad esempio usare solo energia rinnovabile entro il 2025 (“siamo in traiettoria per riuscirci”, conferma Mille), riutilizzare in logica di economia circolare il 90% delle componenti server entro il 2024, eliminare quasi del tutto (al 95%) lo spreco di acqua sempre entro quest’anno. Il frutto di questi sforzi sono data center con un minore impatto ambientale, certamente, ma anche competenze che si possono mettere a fattor comune.
Vale nel caso dell’economia circolare, che per le imprese italiane è sempre un concetto un po’ remoto e che Microsoft persegue agendo in tre ambiti. Il primo è interno (il riuso, o quantomeno la massima efficienza nell’uso, di materiali e componenti), gli altri due sono più orientati verso la condivisione: la creazione di prodotti e servizi circolari, la promozione di cultura nel campo della circular economy. “Ad esempio – racconta Mille - abbiamo lanciato il Circular Economy Business Innovation Center, tramite cui condividiamo la nostra esperienza attraverso consulenza, formazione e supporto”, per chi voglia adottare le nuove tecnologie – dal cloud all’IoT – per implementare, tracciare e gestire processi circolari.
Un altro campo dove Microsoft sta condividendo la sua esperienza è la gestione delle politiche di sostenibilità come iniziative di filiera. “È una delle cose più complicate”, sottolinea Mille: “Perché la tua azienda soddisfi i criteri di sostenibilità che hai dichiarato ai tuoi stakeholder, devi riuscire anche a misurare ed a influenzare gli impatti ambientali di tutta la value chain… Qui la cosa si fa critica perché esci dai perimetri della tua azienda, entri in un perimetro allargato che include i tuoi partner e i tuoi fornitori. Quindi hai bisogno di qualcosa che tracci tutto”.
Tecnicamente la soluzione in sé esiste – per Microsoft è Dynamics 365 Supply Chain Management – ma non chiude la questione. Una sostenibilità di filiera, spiega Mille, “Vuol dire avere partner che condividono i nostri valori, fornitori che si impegnano nel riuscire ad indirizzare questo tipo di tematiche… Non basta fornire una soluzione ma bisogna anche dare commitment e obiettivi”. Cosa che nel caso dei partner Microsoft si concretizza, tra l’altro, nella condivisione formale degli obiettivi ESG espressa dal Partner Pledge.
Ma la sostenibilità IT è davvero un gioco di squadra esteso, che inevitabilmente comprende tanto chi sviluppa la tecnologia, come Microsoft, quanto chi la implementa, come i system integrator, e chi la usa, ossia le aziende utenti. “Qualunque azienda che pensi di risolvere i problemi legati alla sostenibilità da sola fallisce in partenza”, conferma Mille: “l'ecosistema è fondamentale per il successo dei programmi di sostenibilità, anche per lo sviluppo di soluzioni che aiutino noi e i clienti dei nostri partner a realizzarli”.