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Aruba Enterprise, le infrastrutture per la PA digitale

Giorgio Girelli, General Manager di Aruba Enterprise, fa il punto sull’offerta di data center e infrastrutture cloud dell’importante provider italiano

A inizio ottobre, Aruba ha inaugurato a Roma un nuovo data center campus: l’Hyper Cloud Data Center (IT4). Giorgio Girelli, General Manager di Aruba Enterprise, spiega la scelta di investire nella Capitale, dettata, in primis, da una visione strategica del mercato: “nell’area milanese c'è una sorta di sovraffollamento di strutture data center, ma tutta l’Italia sta diventando un hub digitale molto importante. Il secondo 'aspetto riguarda la connettività: Roma è un polo strategico, come dimostrano anche le nostre partnership con provider come Sparkle, OpenFiber e Internet Exchange come il Namex perché effettivamente l'Italia e l'area romana in particolare stanno diventando un polo cruciale dal punto di vista delle telecomunicazioni”.

Green by design

Guardando più da vicino il tema dei consumi energetici dei data center, “per ottimizzarli vi sono alcuni aspetti che noi teniamo sempre presenti”, sottolinea Giorgio Girelli, spiegando che “il primo è essere ‘green-by-design’ nella loro ideazione, progettazione e realizzazione. Inoltre siamo produttori di energia pulita grazie a impianti fotovoltaici e idroelettrici di proprietà. A Ponte San Pietro, nel nostro data center campus alle porte di Bergamo, abbiamo una centrale idroelettrica e ne abbiamo acquisite altre sette sul territorio italiano; inoltre, ovunque possibile, nelle nostre facility installiamo impianti fotovoltaici ad alte prestazioni. Non solo: cerchiamo sempre di avere la massima efficienza anche nel raffreddamento delle sale dati, per esempio con acqua di falda, come nel caso di Ponte San Pietro”.


Guardare al futuro

Ma contano anche altri elementi, prosegue Giorgio Girelli, raccontando che “Aruba partecipa in maniera molto attiva al Climate Neutral Data Center Pact, iniziativa di autoregolamentazione che intende portare i data center a essere completamente neutrali entro il 2030. Occorre anche guardare sempre a nuove tecnologie: per esempio, nel campus di Ponte San Pietro vi sono alcuni pilot che utilizzano il liquid cooling, che ha il vantaggio sia di utilizzare al minimo, o in alcuni casi azzerare, l’uso dei tradizionali sistemi di raffreddamento (chiller) con conseguente diminuzione dei consumi elettrici, sia di reimmettere nel circuito acqua a temperature elevate che può essere utilizzata per fornire calore a infrastrutture esterne al data center. Non solo: è in corso un progetto pilota con l'Università di Pisa che prevede l’utilizzo dell'intelligenza artificiale per ridurre il consumo energetico delle infrastrutture cloud. In questo modo è possibile utilizzare in maniera ottimizzata la gestione dei carichi su piattaforme cloud, basata sulla predizione delle risorse utilizzate dalle Virtual Machine, per esempio diminuendole quando non servono, abbassando di conseguenza anche il carico elaborativo e quindi energetico”.

Il Virtual Private Cloud

Passando a esaminare più da vicino l’offerta di infrastrutture cloud veicolata da Aruba Enterprise sulle grandi organizzazioni e la pubblica amministrazione, una soluzione di spicco è sicuramente il Virtual Private Cloud, basata su tecnologie VMware. “Prima di raccontare del VPC, una premessa è doverosa”, evidenzia Giorgio Girelli: “Aruba Cloud è stata classificata in una delle ultime Market Guide di Gartner come Regional Cloud Provider, e questo significa che ci distinguiamo, soprattutto rispetto agli hyperscaler, per essere in grado di rispondere a esigenze specifiche dei clienti che talvolta gli OTT faticano a indirizzare. Come azienda completamente italiana, e con presenza anche sul territorio europeo, il nostro obiettivo è offrire soluzioni veramente ibride, che vanno dalle infrastrutture dedicate, anche con hardware di primari vendor, unite al Virtual Private Cloud, il virtual data center con funzionalità avanzate di business continuity, gestione container e monitoraggio. L’unicità della soluzione VPC, ricordiamolo basata su tecnologia VMware, consiste nella possibilità di avere ambienti estremamente ibridi che consentono di federare ambienti VMware su diversi public cloud, grazie anche alla nostra soluzione Multicloud Link, di creare delle data center extension fra on-premise e il nostro data center, il tutto anche in modalità completamente gestita, il che permette al cliente di interfacciarsi con un interlocutore unico. In caso di esigenze specifiche, come per esempio le infrastrutture dedicate, il VPC può essere deployato anche su architettura privata, configurata su misura delle esigenze del cliente. La soluzione dispone della qualifica QC2 di ACN”.

Modernizzare le applicazioni

Altro tema di rilievo è quello della modernizzazione delle applicazioni: “le aziende oggi vanno sempre più nella direzione dell’ammodernamento delle proprie applicazioni”, conferma Giorgio Girelli, spiegando che “spesso però si utilizza il cloud con un approccio ‘lift and shift’, praticamente prendendo ciò che già si ha per portarlo in cloud. Ma il vero valore del cloud è un altro. Da qui la nostra proposta basata su servizi di tipo Platform as a Service: la nostra piattaforma cloud consente ai clienti e ai system integrator di realizzare nuove applicazioni utilizzando tutte le tecnologie basate su Kubernetes o su microservizi. In particolare spicca la partnership con Red Hat dalla quale nasce la nostra soluzione Aruba Managed Hybrid Cloud Powered by Red Hat OpenShift, che ha proprio come obiettivo quello di fornire una piattaforma di tipo enterprise concepita per una strategia hybrid cloud open source nell'ambiente sicuro e completamente gestito di Aruba Enterprise”.


I requisiti per la PA

Infine, guardando ai requisiti necessari per operare con la Pubblica Amministrazione, “il nostro approccio verso la qualificazione delle nostre soluzioni è legato anche al miglioramento continuo”, sottolinea Giorgio Girelli, spiegando che “per quel che riguarda la PA, le regole principali sono quelle dettate dall'ACN e le nostre infrastrutture principali sono qualificate QI3, quindi Qualified Infrastructure di livello 3, che significa che sono adatte per dati ordinari, critici, ma anche per quelli strategici della PA o di tutti gli attori che lavorano con la pubblica amministrazione. Per quel che riguarda il cloud, abbiamo praticamente tutti i servizi qualificati di livello QC2, e alcuni sono in via di completamento per la qualifica QC3, permettendo alle piattaforme cloud di essere utilizzabili anche per dati strategici. Ma ovviamente continueremo a incrementare le nostre qualificazioni seguendo tutte le indicazioni, in particolare quelle dell'ACN”.

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